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Vi diamo il benvenuto nel primo sito multilingua completamente dedicato al mondo di Gears of War. Qui potrete trovare riassunti, guide, soluzioni, informazioni e curiosità riguardo ai quattro capitoli della saga di Epic Games e tanto altro materiale legato ai romanzi e alla serie a fumetti. Nel caso voleste fornirci consigli, richieste o semplicemente commentare una news, potete farlo attraverso il nostro Forum.


Aspho Fields - Capitolo Diciotto


"Signore, non pensa che ci siano già abbastanza caporali e sergenti? Sto bene con i miei commilitoni. Lei pensa che ucciderei meglio con qualche grado in più? Di questi tempi, oltre ad eliminare quei maledetti vermi, non è che si faccia molto altro. Ucciderne qualcuno, poi qualcun altro e poi qualcun altro ancora. Non servono altri ufficiali per farlo. Comunque, grazie signore, è il pensiero che conta."

(SOLDATO AUGUSTUS COLE AL COLONNELLO VICTOR HOFFMAN, RIFIUTANDO ANCORA UNA VOLTA LA PROMOZIONE.)


JACINTO, OGGI: QUATTORDICI ANNI DOPO L’E-DAY.

I Vermi avanzavano velocemente attraverso le rovine, e tre di essi erano abbastanza vicini a Kaliso e Hoffman da metterli in difficoltà.
Tai prese una granata e, coperto dal fuoco del colonnello, riuscì a lanciare l’ordigno nella tromba delle scale dietro a due creature facendole saltare in aria.
Il terzo Drone tuttavia era sopravvissuto e Hoffman fu costretto ad affrontarlo sparando una raffica di Lancer direttamente nel suo petto.

Tai era dotato di una carica di aggressività eccezionale e quei mostri disgustosi non sembravano affatto spaventarlo.
Il soldato preferiva infatti cercare il combattimento corpo a corpo come facevano loro, e li affrontava con la baionetta a motosega della sua arma.
Hoffman invece, affaticato dall’età e dal polpaccio dolorante, si limitava a rimanere dietro la sua copertura e ad attendere che fossero i nemici ad avanzare verso di lui.
Cercava di non sprecare i colpi del suo fucile, ma non era abituato ad utilizzare i nuovi modelli dei Lancer. Quelli delle guerre Pendulum utilizzavano molti meno proiettili.

Mentre Tai stava affrontando un altro Verme con la sua baionetta, Marcus entrò in comunicazione radio con il colonnello avvisandolo che sarebbero intervenuti di lì a poco per aiutarli.
Tuttavia i loro auricolari erano in modalità di sola ricezione, e non fecero in tempo a regolare la trasmissione per avvisarli di retrocedere, che videro Marcus e Dom fiondarsi nel campo di battaglia e attaccare i Droni alle spalle.
Marcus, apparentemente sempre calmo, approfittò del primo nemico che si era voltato verso di lui per scaricare tutta la sua frustrazione e il dolore, mentre Dom ne colpì un altro con una scarica di proiettili nel torace.

Per Dom uccidere i Vermi era allo stesso modo di Marcus un modo per sfogare la rabbia, ma a differenza dell’amico questo non lo faceva mai sentire meglio dopo.
Finalmente le rovine tornarono silenziose e Marcus comprese il motivo per cui avevano dovuto ingaggiare battaglia.
Per rimuovere l’ordigno sotto l’APC purtroppo, era necessario l’intervento di Jack, uno dei pochi bot rimasti in circolazione.
I quattro si posizionarono abbastanza lontani dal veicolo per non essere colpiti in caso di esplosione, e inviarono il piccolo bot per compiere l’operazione di disinnesco.
Dopo pochi minuti Jack portò i pezzi che aveva smontato da sotto il veicolo vicino ad Hoffman e Marcus si assicurò che non potessero più provocare danni.

Successivamente salirono a bordo e Hoffman chiese loro di essere lasciato fuori dal cordone di sicurezza per potersi concedere un po’ di libertà e una passeggiata lontano dagli alloggi militari.
Dom e Marcus tuttavia decisero di seguirlo e questo fece innervosire non poco il colonnello, che per l’ennesima volta si sentiva trattare come un povero vecchio pazzo, pur ammettendo tristemente a se stesso che forse non avevano tutti i torti.



JACINTO: POSTO DI BLOCCO MEZZI.

Jacinto era ormai illuminata dalle prime luci del mattino.
Il colonnello cercava in ogni modo ci camminare da solo per non dover essere sorretto da Dom e Marcus, ma in due non lo lasciavano e questo rendeva ancora più umiliante la sua condizione.
Quando si guardarono attorno si resero presto conto che la città aveva un’atmosfera completamente diversa dal mondo circostante: i cittadini avevano mantenuto la civiltà entro confini molto sottili, e persino l’aria che si respirava era differente.
La gente continuava ogni giorno ad alzarsi per andare al lavoro e i negozi facevano in modo di produrre tutto ciò di cui i cittadini avevano bisogno.

Improvvisamente Dom si accorse di avere un aspetto terrificante. La sua armatura era coperta di sangue, budella e feci di Locusta, e si domandò se questo avrebbe suscitato lo sdegno degli abitanti di Jacinto che in quel momento li stavano osservando.
Incredibilmente però, tutti interruppero le loro attività in segno di rispetto, e dopo qualche istante scoppiò un applauso simultaneo che quasi fece crollare nel pianto Dom.

Una donna sulla trentina, di bell’aspetto si avvicinò ad Hoffman e gli schioccò un bacio sulla guancia piena di gratitudine.
Il colonnello, più scioccato che lusingato si limitò a sorriderle e la donna chiese loro se la guerra fosse davvero finita e se ci fosse ancora speranza.
Purtroppo non era ancora certo quel che sarebbe successo, ma il colonnello sentì il dovere di rincuorare la donna e le disse che non si sarebbero fermati finché l’ultimo nemico non fosse caduto.

Vedere quanto i cittadini provassero rispetto e ammirazione per il loro lavoro li fece sentire enormemente gratificati, e persino la lunga camminata verso l’ospedale Wrightman sembrò meno faticosa.
La dottoressa Hayman tuttavia non riservò loro lo stesso caloroso benvenuto.
La donna, particolarmente forte nonostante la sua età avanzata, iniziò ad analizzare la ferita di Hoffman, e ordinò a Marcus di non allontanarsi perché voleva sottoporlo a degli esami.
Egli sembrava particolarmente sereno quel giorno e rispose sarcasticamente alle sue provocazioni.

Dom lasciò quindi l’amico alle cure dei medici; il suo unico obiettivo quel giorno era tornare alla base, concedersi una lunga doccia ristoratrice seguita da una colazione abbondante, e trovare Bernie per affrontare finalmente il discorso sulla morte di Carlos.
Giunto in caserma, Dom ripulì la sua armatura e si fece una doccia calda.
Notò sul suo corpo una grande quantità di piccole ferite fresche e cicatrici vecchie, oltre ai segni dello sfregamento dell’armatura sulla pelle.
Il pensiero che Maria potesse non riconoscerlo o non volerlo più con sé quando l’avesse trovata lo gettava nello sconforto, ma infondo sapeva che ciò non poteva succedere.

Quando entrò nella sala mensa fu subito accolto dal calore dei suoi compagni.
Il caporale Andresen gli chiese novità sull’avanzamento della guerra e Dom comprese che anche loro avevano bisogno di sentire finalmente delle buone notizie.
Dopo aver scambiato un paio di battute con loro, finì la sua colazione e si preparò ad affrontare il discorso con Bernie.
Sapeva che si sarebbe dovuto preparare psicologicamente a sentirsi raccontare eventi molto spiacevoli. Del resto, lei lo aveva già avvisato diverse volte.



BASE WRIGHTMAN, CASERMA ALPHA-DELTA.

Bernie si mise a sedere e poggiò i piedi sopra una sedia.
La sensazione che ne seguì subito dopo le fece comprendere perfettamente quanto stesse invecchiando in fretta.
La donna era ormai sulla sessantina e faticava a tenere il passo dei suoi compagni più giovani.
Mentre ascoltava il suono sommesso del russare di Rojas, che dormiva nella stanza accanto, ripensò al comportamento di Baird, e realizzò che nonostante non avesse molti motivi per tentare una riappacificazione, voleva comunque affrontare l’impresa.

Damon era intento a pulire uno stivale e all’arrivo di Bernie non le rivolse nemmeno lo sguardo.
Si limitò a rispondere per le rime come era solito fare ogni volta che veniva interrogato.
La donna quindi si arrese ben presto al sarcasmo pungente del compagno e concentrò la sua attenzione su Cole, il quale stava seduto all’angolo di una scrivania e scriveva a ritmo incessante su un foglio da lettera.
Bernie notò che le guance del ragazzo erano bagnate di alcune lacrime che scendevano dai suoi occhi sorridenti, e incuriosita gli si pose accanto chiedendo di poter osservare cosa stava facendo.

Cole la invitò a sedersi accanto a lui e le spiegò che era solito scrivere delle lettere alla propria madre defunta per raccontarle ciò che in vita non aveva saputo dirle.
Bernie capì che con quel gesto Cole desiderava preservare il ricordo dei suoi cari, e che la positività con cui affrontava anche le situazioni più orrende della vita non era un’arma di difesa, bensì una dimostrazione della grandissima forza emotiva che possedeva.
Bernie non riuscì più a trattenersi, e affermò che nel periodo in cui era sola in un mondo totalmente privo di civiltà, aveva a sua volta compiuto azioni terribili che l’avevano cambiata.

Non ricevette tuttavia un giudizio per ciò che aveva faticosamente esternato al compagno, e questo la colpì profondamente.
Cole era quel tipo di uomo che era in grado di rimettere insieme i pezzi più piccoli di un’anima distrutta e darle nuova forza.
Non riuscendo più a sostenere la conversazione, e temendo che Baird potesse comprendere il suo vero punto debole e sfruttarlo a suo vantaggio, si isolò nei bagni per qualche minuto e aspettò che il gonfiore degli occhi dovuto al pianto fosse cessato.
Una volta tornata negli spogliatoi però, trovò Dom ad attenderla. Era ormai giunto il momento di rivelargli la verità sulla tragica morte di suo fratello Carlos.

L’insistenza di Dom la metteva a disagio, poiché non riusciva ad essere obbiettiva a sufficienza per poter decidere se si trattava davvero della cosa giusta da fare.
Dopo alcuni tentennamenti tuttavia, la donna decise che non avrebbe più tenuto nascosto il passato a chi aveva il diritto di conoscerlo, e si preparò ad iniziare il suo racconto.

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