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Vi diamo il benvenuto nel primo sito multilingua completamente dedicato al mondo di Gears of War. Qui potrete trovare riassunti, guide, soluzioni, informazioni e curiosità riguardo ai quattro capitoli della saga di Epic Games e tanto altro materiale legato ai romanzi e alla serie a fumetti. Nel caso voleste fornirci consigli, richieste o semplicemente commentare una news, potete farlo attraverso il nostro Forum.


Aspho Fields - Capitolo Sette


“Non so perché ti lamenti. È vero, i Gears si meritano più razione di noi. Stanno combattendo per proteggerci, tutto il giorno, ogni santo giorno. È un lavoro duro. Vuoi che siano delle mezze seghe, magre e malaticce, a difenderci dalle Locuste? Adesso saremmo tutti morti. Anche le donne incinte hanno bisogno di razioni extra, a differenza del resto di noi. Si vive più a lungo ingerendo meno calorie. Prima dell’E-Day, molti degli abitanti di Sera vivevano così. Perché non ve ne state tutti zitti e ringraziate Dio del fatto che siete ancora vivi?”

(CITTADINO DI JACINTO ARRABBIATO A UN INCONTRO PUBBLICO SULLE MODIFICHE ALLE LEGGI DEL RAZIONAMENTO DEL CIBO.)


SURFUTH, REGIONE SETTENTRIONALE, IL LATO SBAGLIATO DEL CONFINE DI MARANDAY, 17 ANNI FA, TRE ANNI PRIMA DELL’E-DAY.

Carlos si trovava a fianco all’uomo che aveva appena ucciso.
Era parecchio sconvolto al pensiero che quel gesto, seppur insignificante in una guerra che durava ormai da moltissimi anni, avrebbe potuto scatenare un’altra serie di conflitti.
Marcus si avvicinò a lui e lo invitò a spostare il corpo sotto il condotto, dopodiché si nascosero dietro l’APC nella più completa oscurità.

Marcus si avvicinò alla buca per verificare cosa contenesse; se non vi fosse stata traccia di esplosivo la situazione si sarebbe fatta estremamente grave perché in questo caso avrebbero ucciso un cittadino indifeso dentro il territorio di uno stato neutrale.
A Carlos toccò la perquisizione del corpo.
Il soggetto non aveva segni particolari e anche dai suoi documenti non riuscì ad ottenere maggiori dettagli.
Per un momento gli sembrò che gli occhi ormai diventati due specchi lucidi, lo stessero fissando a causa del riflesso che produceva nel visore notturno.

Marcus tornò indietro a si fermo di fianco a lui portando con sé dei contenitori che avevano la forma di pacchetti di zucchero.
Carlos schiacciò il contenitore e dall’odore capì che si trattava di esplosivo di tipo militare. Fu per lui un grandissimo sollievo sapere che il suo gesto avventato non si sarebbe trasformato in una vera e propria catastrofe.
Marcus tuttavia era piuttosto indignato e Carlos poteva comprendere il suo stato d’animo osservandone lo sguardo e il modo in cui parlava.
Sapeva di averlo deluso e si sentì in dovere di porgli delle scuse.
Il primo a parlare inaspettatamente fu Marcus, che si scusò con l’amico per aver preso troppo sul serio il grado di caporale. Se non fosse stato per Carlos infatti, il loro bersaglio sarebbe facilmente.

In seguito anche Padrick e Baz raggiunsero l’APC e finalmente ripartirono per tornare alla base.
Durante il tragitto accesero la radio e ascoltarono la partita di Thrashball nella quale gli Eagles, grazie al fortissimo giocatore Cole Train, stavano nettamente vincendo.
Carlos pensò che quel giocatore forse non avrebbe mai saputo cosa significava trovarsi al freddo, con il sangue di un uomo morto per causa sua sull’uniforme e con pensieri come un pasto caldo e la salute del proprio fratello minore.



APPARTAMENTO DI DOM SANTIAGO, JACINTO BASSA.

Dom rientrò a casa alle due di notte, dopo aver ottenuto un permesso di 15 giorni per stare con la propria famiglia.
La sua giovane moglie, Maria, sentendo il rumore si era svegliata e lo aveva raggiunto all’entrata.
Dom decise di sorprenderla e le porse il manico del coltello da combattimento che aveva ricevuto quando aveva superato l’addestramento.
Maria lo sfiorò appena con due dita per paura di intaccarne la perfezione e si congratulò con lui.

Era davvero orgogliosa di suo marito, del resto aveva deciso di combattere e sacrificarsi per mantenere lei e Benedicto.
Era comunque difficile occuparsi da sola del piccolo, soprattutto perché era in attesa di un’altra figlia.
Nonostante questo però, rifiutava qualsiasi aiuto da parte dei genitori, poiché desiderava gestire la propria vita in base alle sue scelte.

I giorni trascorsero molto in fretta e i due ebbero poche occasioni per stare assieme.
Anche Marcus e Carlos avevano ottenuto un permesso limitato a due giorni. Quando mancavano ormai solo quattro giorni al rientro alla base, Dom si trovava nel giardino dei suoi genitori e teneva sulle gambe il piccolo Benedicto.
Maria gli chiese se Marcus era tornato a casa del padre e lui rispose che probabilmente gli aveva fatto visita.
Provava sempre pena per Marcus, tra lui e il padre vi era infatti un abisso e lei avrebbe voluto che i due costruissero un rapporto migliore.

Mentre conversava con Maria, Dom osservava l’albero sul quale l’aveva vista per la prima volta.
Fin da piccoli erano stati inseparabili, perciò anche se il tempo che trascorrevano assieme era molto poco, Dom sentiva di non doversi preoccupare perché il loro futuro era quello di stare assieme.

Improvvisamente la voce del padre lo distrasse dai suoi pensieri avvisandolo che aveva ricevuto una telefonata.
Sfortunatamente il suo permesso era stato revocato e doveva tornare immediatamente alla base con l’obbligo di fare rapporto al quartier generale entro le 12 del giorno successivo.
Dom cercò di comprendere le ragioni di un rientro così immediato ma non gli fu data alcuna informazione.
Era estremamente dispiaciuto all’idea di dover lasciare così presto i propri cari, Maria si era ormai abituata alla lontananza e sapeva accettare la distanza del marito.
Dom le promise comunque che le sarebbe stato a fianco al momento del parto. Il padre affermò di aver chiamato Carlos, anche lui era stato richiamato assieme all’intero ventiseiesimo RTI.
Per Dom era giunto il momento di preparare nuovamente le valigie, una cosa che odiava con tutto il suo cuore.



26 RTI GRUPPO TATTICHE SPECIALI, RHQ, EPHYRA.

Hoffman osservava la riproduzione in scala di Aspho Point, costruita dai ragazzi dell’Intelligence che ogni giorno la miglioravano aggiungendo dettagli alla struttura. Più andava avanti con gli anni e più si rendeva conto che quel lavoro lo stava letteralmente consumando.
Ricordava più facilmente i dettagli della struttura di una base nemica piuttosto che quelli di casa sua.

Egli era consapevole della sua scelta, e in cuor suo sentiva di dover ringraziare Dio per aver sposato Margaret.
Se la sua relazione con Nina Kladry avesse funzionato infatti, sicuramente col tempo lei lo avrebbe abbandonato.
Margaret al contrario, sapeva quanto l’esercito contasse per suo marito e nonostante la sofferenza provata nel sentirsi messa in secondo piano in ogni occasione, lei non aveva mai smesso di rimanere al suo fianco.

In quel momento entrò nella stanza l’agente Louise Settile, portando con sé una tazza di caffè fumante.
Scherzosamente fece capire ad Hoffman che si trovava in quella stanza da troppo tempo e che forse era giunto il momento per lui di farsi una bella dormita.
L’agente Settile era una giovane donna non particolarmente bella, tuttavia era straordinaria nel proprio lavoro e in molti le davano una grande fiducia.

Hoffman stava ancora riflettendo sul tipo di azione che avrebbero dovuto compiere i suoi soldati per portare a termine la missione senza complicazioni e chiese nuovamente all’agente Settile se fosse davvero necessario tenere in vita tutti gli scienziati presenti all’interno della base.
Le richieste del presidente Dalyell sfortunatamente erano chiare: gli scienziati erano fondamentali per poter usufruire della tecnologia del Martello dell’Alba, pertanto dovevano rimanere in vita e prestare i loro servizi presso il COG.

Settile chiese quindi ad Hoffman se anche lui sarebbe sceso sul campo di battaglia e prontamente egli rispose che era una necessità quella di sostenere dei ragazzi ancora troppo giovani per morire in una missione che avrebbe chiesto il sacrificio di molti di loro.
Tuttavia la domanda dell’agente suonò come una provocazione, ed egli si interrogò sul motivo che lo spingeva a voler combattere.
Non sapeva infatti se si trattava di senso del dovere, o se il suo orgoglio gli impediva di accettare la realtà delle sue condizioni e di mettersi in disparte.

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