Connettiti | Registrati
Vi diamo il benvenuto nel primo sito multilingua completamente dedicato al mondo di Gears of War. Qui potrete trovare riassunti, guide, soluzioni, informazioni e curiosità riguardo ai quattro capitoli della saga di Epic Games e tanto altro materiale legato ai romanzi e alla serie a fumetti. Nel caso voleste fornirci consigli, richieste o semplicemente commentare una news, potete farlo attraverso il nostro Forum.


Il passaggio ad una nuova generazione di console ha sancito l’inizio di una nuova era per la saga di Gears of War. Nuovi protagonisti, un nuovo periodo storico e una nuova minaccia da affrontare per gli abitanti di Sera. Il ritorno della serie ha portato con sé però anche altri importanti cambiamenti che riguardano il franchise. Epic Games ha lasciato il passo a The Coalition, team canadese fondato per dedicarsi esclusivamente alla saga con la sapiente direzione di Rod Fergusson.

Per quanto riguarda noi fan italiani, il nuovo capitolo ha sancito un passaggio di mano importante per la localizzazione e il doppiaggio. Ad occuparsi dell’intera traduzione e adattamento dei dialoghi e delle voci dei menu non è più la storica azienda Synthesis, bensì D2D Games, specializzata nella produzione e post produzione audio e da qualche tempo impegnata nella localizzazione di prodotti videoludici. Gears of War 4 ha rappresentato per il team una sfida importante, e in occasione della settimana dedicata alla Milan Games Week, siamo stati invitati negli studi milanesi dell’azienda per conoscere un po’ più da vicino le tecniche di lavorazione ma, soprattutto, le persone che hanno lavorato al titolo.

Noi di GOW-Series.com abbiamo colto l’occasione per rivolgere alcune domande ai doppiatori italiani dei tre nuovi protagonisti, Ruggero Andreozzi, Katia Sorrentino e Luca Ghignone, le cui voci molto probabilmente ci accompagneranno anche nei prossimi capitoli della saga.


  • COME TI CHIAMI?

  • RUGGERO: Mi chiamo James Dominic Fenix, JD.

    KATIA: Mi chiamo Kait.

    LUCA: Mi chiamo Delmont "Del" Walker.

  • E NELLA VITA REALE?

  • RUGGERO: Nella vita reale mi chiamo Ruggero Andreozzi.

    KATIA: Katia Sorrentino.

    LUCA: Mi chiamo Luca Ghignone.

  • CI RACCONTI IL TUO ESORDIO?

  • RUGGERO: Urca dobbiamo andare indietro di 11 ormai, 12 anni. 2005, su un reality che si chiamava Cocktail Kings, insieme a un collega che è diventato possiamo dire anche un mio amico, Riccardo Lombardo, di cui conservo un ricordo fantastico. E della mia prima lavorazione e dell’imbarazzo soprattutto che ho provato a stare al suo fianco al leggio per la prima volta nella mia vita.

    KATIA: Il mio esordio è avvenuto nel Settembre del 2010. Ho iniziato a doppiare i cartoni animati. Facendo piccoli ruoli di brusio si suol dire, quindi appunto piccoli ruoli. Tutto questo è avvenuto perché io sono una grandissima appassionata di cartoni animati per l’appunto. La mia passione deriva da questo, di cartoni animati, di film, di telefilm. Però quando ero molto piccola sono letteralmente cresciuta a pane e animazione giapponese perlopiù, ma anche cartoni animati della Walt Disney.

    LUCA: Il mio esordio avvenne all’incirca…poteva essere il 2004, con un fegatello, uno di numero. Un fegatello tecnicamente è una battutina detta in un brusio, di una telenovelas che si chiamava “Terra Nostra”. Facevo uno ferito su una barca che diceva che era morto tale protagonista, e mi valse i complimenti del direttore che dalla volta successiva mi collocò ai turni e cominciò un po’ la mia avventura. Poi vinsi quasi immediatamente per fortuna un provino di un cartone animato di Warner Bros. per Cartoon Network che si chiamava “Gli amici immaginari di Casa Foster”, dove scelsero la mia vice addirittura in America e di lì si è cominciato a fare sul serio, insomma, ho cominciato a lavorare in maniera un po’ più continuativa e massiccia.

  • CHE RAPPORTO HAI CON I VIDEOGIOCHI?

  • RUGGERO: Con i videogiochi ho un rapporto estremamente professionale nel senso che li doppio, ma effettivamente non sono un grandissimo fruitore né giocatore di videogiochi. Devo dire la verità, c’è stato un periodo della mia vita nel quale sono riuscito a innamorarmi di PES. Unico gioco della mia vita che ho posseduto…punto, fine, basta. Purtroppo li faccio ma non li gioco.

    KATIA: Ottimale direi, io sono una videogiocatrice e ci tengo a sottolinearlo!

    LUCA: Con i videogiochi ho avuto un buon rapporto, sono stato un buon videogiocatore, sia ai tempi d’oro dell’Amiga, del Commodore, del Vik 20, insomma da ragazzo. Anche da meno ragazzo quindi con la PlayStation 1, con la PlayStation 2 ancora, mi ricordo di aver giocato tanto ai primissimi GTA, anche ai recenti GTA. E’ un gioco a cui ho giocato spesso, mi piace molto, mi piace la sua linearità. Negli ultimi tempi causa il lavoro, causa la famiglia gioco molto meno quindi ho un rapporto leggermente più freddo diciamo rispetto al passato.

  • HAI MAI PROVATO UN GIOCO SU CUI HAI LAVORATO?

  • RUGGERO: Di PES feci un tutorial tantissimi anni fa e quindi poi per curiosità sono andato a comprarmelo, a rivedermelo e a giocarmelo. E poi sono curiosissimo di vedere Gears of War dove appunto interpreto uno dei protagonisti.

    KATIA: Sì, ho provato e ho avuto molta paura! Nel senso che quando arrivavano i personaggi ai quali ho prestato la voce abbassavo il volume! E’ una cosa abbastanza strana devo dire, quando ci si risente. E’ davvero molto particolare.

    LUCA: Ho giochicchiato a una demo di Batman dove ho fatto diversi personaggi nei vari capitoli di Arkham, tra Due Facce, Bane e Cappuccio Rosso. Per cui ho tentato di giocare alla demo. Non essendo più io tanto dentro il discorso videogame è difficile che abbia comprato un titolo dove io sia presente come doppiatore e l’abbia giocato.

  • TI SEI AFFEZIONATO AL TUO PERSONAGGIO IN GEARS OF WAR 4?

  • RUGGERO: Se sono affezionato a JD? Sì, mi sono affezionato. E quindi sarei molto orgoglioso e felice di poterlo reinterpretare.

    KATIA: Sento di essermi affezionata al mio personaggio perché è un gran bel personaggio. Non perché lo doppio io, nel senso che quando ho avuto modo di guardare le prime immagini di Kait, la prima cosa che ho pensato è, lo devo dire: “Mazza che…che!” E’ una gran bella ragazza! E anzi ho avuto anche un dubbio, mi son detta “Ma perché proprio io??” Sì, mi sono affezionata nel senso che è una tosta, e questo mi piace molto. Non so, avevo un po’ di perplessità all’inizio, perché nella vita di tutti i giorni sono tutt’altro che una guerriera che impugna mitra e via discorrendo, però spero di essere riuscita a starle dietro e di essermi fatta guidare nella maniera giusta.

    LUCA: Beh io mi affeziono a tutti i personaggi che faccio. Questa credo che sia una cosa che accumuna un po’ tutti i miei colleghi, tanto che alle volte ci sentiamo di essere i personaggi che facciamo. E certo che mi sono affezionato, mi affeziono veramente a tutto quello che faccio per cui è ovvio che laddove dovesse ritornare mi fa un immenso piacere. Sia che sia stata una modalità faticosa, o sia che non mi ricordi e che quindi debba ricevere di nuovo delle informazioni sul prodotto, però comunque sì, assolutamente sì. Per esempio recentemente sono stato distribuito su un attore che avevo toccato in doppiaggio dieci anni fa. Dopo dieci anni ritrovarsi distribuito di nuovo su quell’attore, ti dà la sensazione di ritrovare un vecchio amico.

  • C'E' QUALCHE ASPETTO DEL SUO CARATTERE CHE TI HA COLPITO O CON CUI TI IDENTIFICHI?

  • RUGGERO: Urca che bella domanda. Allora partendo dal presupposto che molto spesso le tempistiche di produzione non consentono una globale visione d’insieme, la cosa che mi ha incuriosito di più di questo personaggio è stata, anzi no sono due cose. La prima è questo carattere un po’ da guascone, non so se posso usare questo termine ma mi rifaccio al buon Francesco Guccini delle mie terre. E’ un giovane Guascone belligerante sì, ma sempre con un piglio molto divertito riguardo alle situazioni che va a vivere. E l’altra cosa che invece mi ha sorpreso e mi ha incuriosito di JD, è stata quella di cercare di capire questo rapporto un po’ dietammo con suo papà, con Marcus.

    KATIA: C’è qualche aspetto del carattere di Kait nel quale mi identifico ed è sicuramente la determinazione. Questa è una cosa che mi appartiene da sempre fin da quando ero piccola. Sono anche piena di insicurezze, però quando scelgo di fare qualcosa, che voglio fare a tutti i costi, la perseguo, e questo l’ho riscontrato tantissimo in Kait. Insomma una discreta forza di volontà che in parte mi riconosco.

    LUCA: L’aspetto in cui mi identifico di più è la pelle, no scherzo! Nel senso che Del è un ragazzo di colore e ha anche un modo di parlare e di sdrammatizzare durante delle fasi concitate. Ha sempre un modo un po’ caustico ma ironico nel sottolineare la cosa. In questo mi ci ritrovo un po’. Non mi ci ritrovo nei suoi muscoli ovviamente, quello è fuori discussione.

  • E’ STATO DIFFICILE RECITARE I DIALOGHI NELLE FASI PIU’ CONCITATE?

  • RUGGERO: E’ stato difficilissimo! Peraltro, non so se posso svelarlo, abbiamo fatto alcune registrazioni in tarda nottata, e devo dire la verità che dopo una giornata intensa di lavoro, riuscire a essere così brevi così concitati così credibili anche nel lavoro che fai, cioè quello di doppiatore, nel doppiaggio di Gears of War, è stato veramente impegnativo, anche perché io non sono uno belligerante di natura, quindi di conseguenza faccio molta fatica ad immedesimarmi in quel tipo di situazioni. Ma alla fine, per quel poco che mi avete fatto vedere, devo dire, non sono soddisfatto perché sono fin troppo critico nei confronti di me stesso come sempre, ma almeno la credibilità credo di averla raggiunta, questo sì.

    KATIA: Recitare i dialoghi nelle fasi più concitate non è stato particolarmente complesso, nel senso che quando ti ritrovi a dover dire battute come: “Sta esplodendo questa cosa!” oppure “Fuggite presto!” tutto sommato, interpretativamente parlando non è complicato, diventa complicato per ragioni fisiche, diciamo così, quando sei costretto a gridare per diverso tempo. C’è il rischio che ti stanchi vocalmente, però devo dire che io personalmente reggo abbastanza bene questa cosa, quindi non ho problemi.

    LUCA: Grazie per farmi questa domanda. Se è stato difficile, è stato faticoso sicuramente perché Del in questo videogioco è spesso sul pezzo e quindi urla parecchio, per carità non in maniera disumana, ma in maniera comunque concitata, e trattandosi spesso di molte ore lavorative, dipendeva un po’ dai giorni. Ci sono giorni in cui ti senti carico e ti viene leggero farlo, ci sono dei giorni dove senti un po’ di più la fatica, anche perché la modalità rispetto al doppiaggio classico dei prodotti che tu guardi, e quindi sono già stati recitati da qualcuno che tu capisci, perché è intellegibile soprattutto se è stato bravo. Li provi, e poi li fai e quindi hai il tempo di assimilare quello che stai facendo, anche laddove è concitato e urlato.
    Nei videogiochi spesso ti capita tutta una serie di battute che tu devi fare praticamente una dietro l’altra, sentendo giustamente l’originale e cercando a tua volta di riprodurre quello che senti, con quello che sai del personaggio e quello che appunto stai sentendo in quel momento. E spesso i turni possono essere faticosi perché magari una sessione di tre ore impostata in questa maniera non è una passeggiata sicuramente. E’ comunque divertente, e potrebbe essere per certi versi una valvola di sfogo per noi che andiamo dentro, per esempio se abbiamo appena preso una multa, ci verrà più facile urlare.

  • IL MOMENTO PIU’ DIVERTENTE LEGATO AL DOPPIAGGIO?

  • RUGGERO: Ne avrei troppe da raccontare, non basta il tempo! Beh l’ultima devo dire la verità appunto tornando a Gears of War è stata divertente perché è nata in una situazione in cui io non avevo assolutamente disponibilità, e quindi abbiamo dovuto in qualche modo incastrare un sacco di turni e un sacco di ore di lavorazione agli orari più improbabili quindi, poveri questi ragazzi gli ho fatto fare degli orari assurdi. Anche alle 11 di sera, e non è bello.

    KATIA: E’ una bella domanda, nel senso che ci sono stati tanti momenti esilaranti inerenti al doppiaggio dei videogiochi, non tanto per i videogiochi in sé, ma più che altro per il team di persone con cui ti ritrovi a interagire. Io poi, credo che questo non si sia minimamente capito, non sto bene mentalmente! Quindi mi diverto già a prescindere da sola, rido per niente quindi immaginatevi che scene quando provo a doppiare qualcosa. Si creano momenti di ilarità generale, c’è chi mi vorrebbe uccidere però…è così!

    LUCA: L’esperienza più divertente è quando non urlo. No scherzo. L’esperienza divertente è quella che mette alla prova un po’ tutte le tue capacità attoriali. Quindi magari quelle che ti permettono di caratterizzare, di inventare, e quindi magari più che eroi tutti d’un pezzo, magari dei cicetti. Quindi mi sono divertito a fare dei personaggi in Lego Dimensions o negli Skylanders perché mi permettevano di lavorare su delle corde dove puoi sicuramente stare sopra le righe, inventarti qualcosa senza essere mai eccessivo.
    Sui personaggi pseudo reali come dei combattenti tutto deve essere abbastanza veridico. Questo non ti permette di fare quel passo al di là. Quindi dal punto di vista creativo può sembrare meno divertente, ma in realtà io mi diverto a fare tutto quello che faccio. Dal momento in cui entro in sala, a meno che proprio non mi sia morto il cane o il gatto, è sempre un viatico. E’ sempre qualcosa di divertente per me.

  • COSA AVRESTI FATTO COME MESTIERE AL POSTO DEL DOPPIATORE?

  • RUGGERO: Allora, beh un paio di cose sicuramente. Probabilmente avrei continuato il mio percorso radiofonico, con l’ambizione sempre di diventare una rockstar. Come altra cosa avrei continuato a distribuire pizze come ho fatto all’inizio della mia carriera che credo sia una cosa nobile e onorevole e se ci fosse ancora bisogno oggi, lo rifarei tranquillamente.

    KATIA: La barbona! Devo dire che mi ritengo molto fortunata a parte gli scherzi perchè, come dicevo prima, il doppiaggio è qualcosa che io sognavo di fare fin da che ero piccolissima. Il fatto di esserci riuscita per me è un grande traguardo. Ovviamente spero di fare sempre meglio perché c’è tanto su cui lavorare ancora, però mi ritengo molto soddisfatta. Ho pensato oltre al doppiaggio ovviamente a tante altre cose. Mi ricordo che per un periodo della mia vita volevo fare la veterinaria perché mi piacciono gli animali. Volevo fare la poliziotta, il che è tutto un dire tornando a ciò che rivedo di me in Kait e viceversa! E addirittura la nutrizionista, questa è un’informazione che do così ma poi ho lasciato perdere. Però sono contenta di aver portato avanti la strada del doppiaggio.

    LUCA: Avrei fatto ciò che ho fatto prima di fare il doppiatore cioè tutti i lavori del mondo! No, avrei fatto il disoccupato a tempo pieno. Non lo so, probabilmente avrei fatto questo perché ho deciso di farlo in un momento della mia vita in cui ero pienamente consapevole. Per cui credo che veramente sarei agli angoli di una strada o a delinquere in giro se non facessi questo mestiere, perché prima di fare questo ho provato un po’ tutto dall’apprendista fotografo, al cameriere, all’assicuratore, all’operaio, lo sviluppatore…insomma un po’ di tutto. Per cui io mi vedo solo a fare questo, anche a 80 anni senza denti, senza lingua, senza occhi. Rifarei Del nella versione un po’ più anziana, si può fare!

  • TI PIACEREBBE DIRIGERE IL DOPPIAGGIO?

  • RUGGERO: Credo di non peccare di presunzione se dico che credo di avere la sensibilità per dirigere il doppiaggio. Mi piacerebbe e sono molto curioso. Devo essere sincero, mi do ancora qualche altro anno di esperienza per poter affinare alcune cose ma mi piacerebbe il ruolo di direttore, sì.

    KATIA: Al momento no, ma per il semplice fatto che al momento non saprei proprio da che parte iniziare. Non lo escludo in futuro, nel senso che sì, sarebbe una cosa bella potersi migliorare sempre di più, però ora come ora ritengo che bisognerebbe avere una certa padronanza dei vari mezzi e uan consocenza globale di quello che si sta andando a trattare cosa che io al momento non ho. A stento mi riconosco se mi specchio, quindi!

    LUCA: Mi è piaciuto perché in realtà è già avvenuto. Per fortuna, perché è un’esperienza comunque molto bella e molto chiarificante riguardo al nostro lavoro. Mi è già capitato di dirigere alcuni colleghi, in prodotti tipo i reality e anche in prodotti tipo le telenovelas, dove però farlo mi ha aperto un focus veramente importante su come si svolge il nostro lavoro, cioè mi ha dato una visione al di là del vetro, dove generalmente sono. E quindi ti rendi conto di molte problematiche come il tempo a disposizione, il fatto che gli attori dentro possano stancarsi e possano anche essere di umore variabile. E quindi la cosa bella del dirigere i colleghi è anche trovarsi a fare un po’ da mediatore di queste situazioni e quindi cercare di essere anche un po’ psicologo. Anche se ovviamente nei primi turni ho fatto un disastro. Però è una sensazione, una modalità di lavoro molto bella che non so se mi riguarderà ancora per il futuro, ma che per quel poco che l’ho fatto è stato molto bello.





GOW-Series.com is part of Games-Series.com Network | Contents by NeDan89, Scric93 and IggyZW. Design by NeDan89 and Daniel. | Top

Texts, images and videos are property of GOW-Series.com. All other registered trademarks or trademarks are property of their respective owners.

Best view 1280x720 - All major browsers and OS compatible - WAI Level 2 and CSS Valid