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Vi diamo il benvenuto nel primo sito multilingua completamente dedicato al mondo di Gears of War. Qui potrete trovare riassunti, guide, soluzioni, informazioni e curiosità riguardo ai quattro capitoli della saga di Epic Games e tanto altro materiale legato ai romanzi e alla serie a fumetti. Nel caso voleste fornirci consigli, richieste o semplicemente commentare una news, potete farlo attraverso il nostro Forum.


Gears of War 3 - Capitolo Tre - Parte Due


"Maria…tesoro, mi spiace di non averti potuto riportare a casa, ma ora sei con i ragazzi…ed è questa la tua vera casa giusto? Un giorno ci rivedremo tutti, ma ora come vedi Marcus è di nuovo impegnato a salvare il mondo
e io devo aiutarlo. Sogni d’oro amore…"

(DOMINIC SANTIAGO PRESSO LA TOMBA DELLA FAMIGLIA FLORES A MERCY)


MERCY (EX DISTRETTO PER LA RAFFINAZIONE DELL’IMULSION) – ORE 07:28

La città sembrava totalmente deserta, o almeno il distretto di raffinazione dell’Imulsion lo era di sicuro. Marcus sfondò la porta del magazzino principale e attraversò l’edificio per uscire sul retro. Sam sapeva che Mercy aveva un significato molto importante per Dom, e chiese al compagno da quanti anni non vi faceva ritorno. Egli rispose che ne erano passati 15, e che la famiglia di Maria si trovava nel cimitero vicino alla chiesa. Avrebbe voluto riuscire a seppellire anche la moglie e i due figli piccoli nella tomba di famiglia, ma la loro morte non era avvenuta in circostanze tali da permettere una degna sepoltura. Questo faceva male a Dom almeno quanto la perdita.

Il condotto che trasportava l’Imulsion attraversava la città, perciò i Delta ne seguirono il percorso proseguendo con attenzione. Ad un certo punto Sam ordinò ai compagni di fermarsi immediatamente, aveva notato un dispositivo sulla conduttura ed era certa si trattasse di una mina. Anya invitò Marcus a fare attenzione poiché quegli ordigni erano in grado di rilevare i movimenti e si attivavano grazie a questi ultimi. Il sergente si avvicinò cautamente e disinnescò la mina prima di invitare gli altri a proseguire.
Naturalmente quella non poteva essere l’unica mina lungo il percorso, perciò i Gears si rimisero in marcia osservando attentamente il condotto alla ricerca degli altri dispositivi. La strada era deserta e non sembravano esserci segni di una precedente lotta, tuttavia vi erano delle tracce di Imulsion a terra e su alcune pareti che difficilmente potevano essere dovute alle perdite della conduttura.

Poco più avanti trovarono un altro dispositivo, e Dom iniziò a sospettare che non si trattasse di una trappola, ma di un sabotaggio estremo per evitare che qualcuno si avvicinasse all’Imulsion. Proseguirono verso la scalinata che conduceva alla parte alta della cittadina e individuarono un’altra carica. Marcus si avvicinò ad essa e la disattivò, ma in quel momento un colpo di fucile colpì una zucca che si trovava davanti a lui facendola esplodere. Subito ordinò ai compagni di ripararsi e individuò il responsabile. L’uomo che aveva sparato il colpo teneva un fucile Hammerburst stretto fra le braccia e appariva visibilmente scosso. Marcus lo invitò a non sparare e a calmarsi ma egli seguitava ad urlare di non avvicinarsi alle cariche e di lasciargli finire ciò che aveva iniziato.

Affermò che una piaga si stava diffondendo e che doveva eliminarla a suo modo per non esserne colpito. I civili di Mercy avevano iniziato ad ammalarsi misteriosamente; prima insorgeva una febbre violenta che abbatteva le loro difese immunitarie, in seguito il loro comportamento mutava e sembravano quasi ardere. Diventavano aggressivi e iniziavano a lottare distruggendo ciò che trovavano sul loro cammino. L’uomo era troppo spaventato per riuscire ad esprimersi chiaramente, e i Gears non riuscirono ad estorcergli altre informazioni preziose prima che fuggisse.

La missione doveva proseguire perciò la squadra si rimise in cammino seguendo il percorso della conduttura. Raggiunsero così le fogne della città certi che alla fine avrebbero trovato la pompa da attivare. Nell’oscurità non riuscivano a vedere chiaramente e sentivano delle voci in lontananza, Marcus credeva si trattasse di qualche arenato in cerca di un rifugio nascosto, ma dopo pochi passi trovarono il cadavere dell’uomo che li aveva attaccati. Attorno al suo corpo vi erano delle tracce luminescenti che misero in allerta i Gears.

Marcus invitò Dom e Sam a proseguire verso destra per pattugliare tutta l’area, mentre lui e Anya proseguirono verso sinistra. Alla fine di un piccolo tunnel videro una donna inginocchiata a terra. Aveva il volto coperto dall’oscurità e sembrava ferita e dolorante. Marcus si avvicinò cautamente chiedendole chi fosse il responsabile, ma bastò un rapido sguardo al suo volto per rendersi conto che il suo corpo era stato infettato dal patogeno Lambent. La donna emise un grido animalesco e si scagliò contro il sergente per aggredirlo. Egli mirò con il Lancer alla creatura e la crivellò di colpi. Aveva poca resistenza ma era estremamente rapida.
Pochi istanti dopo un gruppo più numeroso di Lambent umani raggiunse la loro posizione attirato dal rumore dei proiettili e attaccò i Gears. I compagni ingaggiarono il combattimento cercando una via d’uscita prima che fosse troppo tardi. Si resero conto che le barriere di legno presenti nell’area servivano a contenerli e rapidamente le creature iniziarono a distruggerle animate da un desiderio di uccidere gli umani.

Marcus individuò una rampa che avrebbe permesso alla squadra di uscire dalle fognature. Una volta eliminati tutti i Lambent, attivò il meccanismo e si recarono verso il portone dell’uscita. Per mesi su Vectes avevano studiato lo sviluppo del patogeno Lambent rendendosi conto che la sua evoluzione era estremamente rapida e complessa. Erano certi tuttavia che fosse in grado di infettare solamente la razza delle Locuste. Dom temeva per l’incolumità dei suoi compagni e si sentiva responsabile per averli spinti a cercare il carburante proprio a Mercy. Nonostante la terribile scoperta fatta tuttavia, dovevano cercare di recuperare comunque il carburante per raggiungere Azura.

Usciti dalle fognature i Gears raggiunsero la piazza principale. A malincuore notarono numerose barricate di legno e gli edifici con le finestre sbarrate. Sul balcone del municipio situato in fondo alla piazza videro un arenato che cercava di attirare la loro attenzione. L’uomo invitò i soldati a servirsi del Vulcan situato a terra nella piazzola antistante l’entrata. Marcus non esitò a raccogliere l’arma e si posizionò in copertura pronto a colpire le creature non appena fossero riuscite a distruggere le fortificazioni. I Lambent umani attaccavano in gruppo, correndo disperatamente verso i loro bersagli e colpendoli con violenza. I Gears aprirono il fuoco e li eliminarono rapidamente servendosi anche delle granate per coinvolgere gruppi più numerosi. Quando la piazza fu liberata, l’arenato abbassò le scale situate ai lati del balcone per permettere alla squadra di ripararsi all’interno del municipio.



CITTA’ DI MERCY, IN PROSSIMITA’ DELLA CHIESA

I Gears seguirono l’arenato che li aveva tratti in salvo fino alla sala con i rifornimenti che dava su un’altra piazza. Egli non sembrava malato, ma stava accudendo un compagno che aveva invece iniziato a manifestare i sintomi del contagio. Affermò che era una malattia diversa dal Rustlung anche se inizialmente poteva essere scambiata per quest’ultima. La piazza sembrava sgombra e vi erano diverse armi e munizioni utili a respingere gli attacchi dall’esterno dell’edificio. L’arenato non aveva tuttavia considerato la possibilità che i Lambent attaccassero la sala dalle finestre alle sue spalle.

Un Lambent umano irruppe nella stanza e si avventò su di lui, un altro invece attaccò il suo compagno inerme uccidendolo in pochi istanti. Ben presto la stanza fu invasa dalle feroci creature e i Gears dovettero aprire il fuoco dei Lancer per abbatterli. Marcus si diresse verso il centro della piazza per tenere a distanza i Lambent, e segnalò ai compagni i punti da cui sarebbero arrivati. Vi erano ancora delle barriere in legno costruite per trattenerli, e decise di piazzare delle granate nei punti strategici per farli esplodere non appena fossero riusciti a passare.

Il piano sembrava funzionare e i Lambent umani diminuivano drasticamente di numero ad ogni attacco. I Gears eliminarono gli ultimi rimasti prima di proseguire in direzione della chiesa. Dom notò che la conduttura passava vicino ad essa e la pompa doveva trovarsi in prossimità della piazza sul retro. Vicino alla chiesa era presente il cimitero dove era sepolta la famiglia di Maria. Dom si separò dal gruppo per recarsi presso la statua che ornava la tomba di famiglia, mentre Marcus, Anya e Sam si diressero alla pompa di Imulsion.

Dom aveva trascorso ogni momento privo di combattimenti immerso nei ricordi della sua vita passata. Aveva cercato Maria per anni dopo la sua scomparsa e aveva compiuto per lei il gesto più difficile. Quando la ritrovò prigioniera nel Nexus, indossava ancora la collana che le aveva regalato negli anni del fidanzamento. Aveva prelevato quel ciondolo che era ormai l’unica cosa che gli rimaneva, e lo aveva unito allo stesso filo che reggeva la sua piastrina da COG. Ora si trovava di fronte alla tomba della famiglia Flores, e non poteva offrire altro se non il ciondolo della sua amata moglie e la sua piastrina, simbolo del suo impegno e della sua dedizione alla famiglia e alla causa umana.

Dom raggiunse il resto della squadra e notò che Marcus non riusciva a sbloccare la prima leva del meccanismo. Gli porse quindi il suo coltello da commando e il compagno lo usò per forzare il blocco. Successivamente si diresse verso la seconda leva e la abbassò per attivare la pompa del carburante. Le tubature tornarono a riempirsi di Imulsion e Marcus contattò Dizzy tramite la radio per avvertirlo che la cisterna poteva essere riempita.
Prima che potessero rimettersi in cammino verso il distretto industriale però, i Gears udirono alcuni rumori provenire dall’interno della chiesa, che come molti altri edifici aveva l’ingresso sbarrato da una barriera in legno. Capirono così che dovevano prepararsi ad un nuovo scontro con i Lambent Umani e si affrettarono a ricaricare le armi. Le creature sfondarono la barriera e corsero all’impazzata in direzione della squadra. Marcus imbracciò lo Gnasher per sprecare meno proiettili e colpire i Lambent in scontri ravvicinati. Il combattimento durò diversi minuti e i Gears dovevano muoversi velocemente per non essere feriti negli attacchi degli Splendenti.

Una volta liberata la chiesa, Fenix chiese a Dom quale fosse la via più breve per tornare alla stazione di rifornimento. Le cripte della chiesa, che durante le Guerre Pendulum erano state usate come rifugio antiaereo, erano la via ideale per evitare di essere troppo esposti. Mercy era una città sorta sopra un ricco giacimento di Imulsion, che era anche la causa della malattia che aveva contagiato tutti i suoi abitanti. I fumi del prezioso combustibile si erano fatti più densi e soffocanti, Dom non li aveva mai visti così prima. La squadra si mise in marcia affrettando il passo, non potevano rischiare di essere infettati a loro volta. La voce di Jace invase per qualche istante il canale radio; le Locuste li stavano raggiungendo attraverso l’autostrada e non potevano attendere ancora molto. Dizzy non era riuscito a riparare tutte le falle della cisterna perciò il carburante sarebbe andato perso durante il viaggio. Marcus lo invitò a lasciar perdere l’autocisterna e a dirigersi verso il pickup.

Attraverso le cripte sotterranee i Delta riuscirono a raggiungere velocemente la stazione di rifornimento. Jace purtroppo non si sbagliava; numerose truppe di Locuste Savage avevano raggiunto la loro posizione ed erano pronte ad attaccare. I Delta si trovavano sulla tettoia della stazione di rifornimento, e riuscirono a vederli mentre si mettevano in copertura vicino al veicolo. Non potevano tuttavia scendere in campo aperto e fuggire senza essere colpiti dai proiettili.

Le Locuste non cessavano un attimo di sparare e si arrampicavano sulla tettoia per cercare lo scontro ravvicinato. L’imulsion presente in grandi quantità presso la stazione sembrava aver richiamato gli Stalk, che iniziarono ad emergere dal terreno tutto intorno alla struttura. Marcus iniziò a sparare alle escrescenze luminose presenti sui tronchi degli Stalk per distruggere i nemici prima che venissero lasciati sul terreno. Non poteva però tenere sotto controllo tutti gli ostili nel perimetro e la situazione stava diventando a dir poco disperata.

I nemici li stavano accerchiando e i Delta dovevano cercare di sfruttare le impalcature di legno che collegavano le due porzioni della tettoia per avere maggiore spazio. Sam, Marcus e Anya attraversarono l’instabile struttura e improvvisamente uno Stalk emerse nello spazio fra le due tettoie distruggendo il collegamento. Dom rimase bloccato assieme ai nemici e le sue munizioni iniziavano a scarseggiare. Imbracciò lo Gnasher che aveva ancora qualche proiettile nel caricatore, ma ben presto si rese conto che se anche avesse avuto munizioni in abbondanza non avrebbe potuto respingere tutti quei Lambent.
Nemmeno i compagni avevano speranza di sopravvivere con tutti quei nemici nell’area. Dom si guardò attorno per trovare una soluzione immediata, e vide sotto di lui l’autocisterna di Dizzy. Egli lasciò cadere a terra l’arma e saltò giù dalla tettoia e cadde vicino al veicolo. Raccolse in fretta un Hammerburst dal cadavere di una Locusta e sparò qualche colpo per allontanare i nemici dalla sua posizione. Dopodiché sganciò il rimorchio del veicolo e salì a bordo.

Marcus non realizzò immediatamente quale fosse il suo piano, ma quando lo vide allontanarsi con il veicolo privo del carburante capì che lo avrebbe usato per innescare un’esplosione sotto la stazione di rifornimento. Fenix cercò disperatamente di fermarlo chiamandolo attraverso la radio, ma il compagno non rispondeva. Non c’era altro modo per far uscire Marcus da quella situazione, e avrebbe dato volentieri la vita per lui. La visita alla tomba di famiglia gli aveva fatto capire che non ci sarebbe stato posto per lui nel nuovo mondo finita la guerra, che il suo posto era accanto ai suoi cari.

Una volta uscito dalla galleria che portava verso l’autostrada, Dom fece inversione e accelerò fino al limite per prendere velocità. Doveva essere sicuro che l’impatto avrebbe innescato l’esplosione. Pochi metri prima dello schianto chiuse gli occhi; aveva già smesso di combattere da un bel pezzo, l’unico motivo per cui ancora respirava era la vita di Marcus e ora lo avrebbe salvato per permettergli di concludere una volta per tutte quella folle guerra per la sopravvivenza.

Marcus, Anya e Sam videro prima un bagliore accecante, poi sentirono il calore della combustione e un boato alle loro spalle. Saltarono dalla tettoia e faticarono a rialzarsi nel bel mezzo delle esplosioni, ma riuscirono a correre verso una copertura ed evitare di essere coinvolti. Ciò che stava accadendo dentro Marcus tuttavia era di gran lunga peggiore. Lottò disperatamente per rialzarsi, preso da una furia irrazionale. Anya usò tutta la forza di cui disponeva per trattenerlo, poiché sapeva che se non lo avesse fermato si sarebbe lanciato fra le fiamme. Non poteva fare assolutamente nulla per sistemare le cose, e giunto a quel punto non poteva fermarsi e arrendersi. Dom aveva dato la vita perché potessero portare a termine l’ultima missione.

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